Psicologa clinica e giuridica e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
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LA FUNZIONE DELLA IPERVENTILAZIONE NEGLI ATTACCHI DI PANICO

Il panico è una improvvisa diserzione da noi stessi, e un arrendersi al nemico da parte della nostra immaginazione.
Christian Nestell Bovee



LA FUNZIONE DELLA IPERVENTILAZIONE NEGLI ATTACCHI DI PANICO



Uno dei sintomi tipici dell’attacco di panico e’ la difficoltà a respirare. Spesso quando si percepisce la sensazione e il rischio di soffocamento
si tende spontaneamente ad aumentare l’apporto di aria nei polmoni innescando in questo modo l’iperventilazione.

 
Per iperventilazione si intende mettere in atto un numero di respiri al minuto maggiore rispetto al proprio fabbisogno. Questo tipo di respirazione
 è caratterizzata da respirazioni ripetute e profonde, dalla sensazione di incapacità ad espandere il petto sufficientemente e da una sensazione
di "non essere in grado di assorbire abbastanza aria".
 

Il funzionamento ottimale della respirazione si ha quando quantità di ossigeno e anidride carbonica sono in equilibrio. L’iperventilazione produce
invece uno squilibrio nei rapporti tra ossigeno e anidride carbonica, ossia c’è troppo ossigeno e poca anidride carbonica nei polmoni, ma allo
stesso tempo arriva meno ossigeno a certe aree del cervello e del corpo.

 
Di per se’ l’iperventilazione non crea gli attacchi di panico, ma se la persona interpreta i sintomi fisici della mancanza di aria come catastrofici
(aiuto sto per soffocare, sto per morire...) allora puo’ dare via allo scatenarsi dell’attacco di panico.
 


I sintomi principali dell’iperventilazione sono: 
 

- Sensazione di mancanza d’aria
- Senso di stordimento
- Tachicardia
- Rigidità’ muscolare
- Vertigini
- Nausea
- Confusione
- Sensazione di testa leggera

 
 
COSA FARE?


Quando si iniziano a percepire i primi sintomi di fame d’aria, piuttosto che provare a respirare più velocemente eseguire
una respirazione diaframmatica, ossia una respirazione di pancia.